Introduzione al Bikepacking: l’allenamento

Introduzione al Bikepacking: l'allenamento

Bikepacking allenamento

Porcia, 13 Agosto 2020

Nel secondo articolo dedicato all’introduzione al Bikepacking, vorrei immedesimarmi in diverse persone che potrebbero iniziare a pensare a questo tipo di esperienza e alle domande e dubbi che mi verrebbero in mente se fossi nella loro situazione. Ad ognuna di loro, darò un nome di pura fantasia.

Agostino

Sono una persona totalmente nuova al mondo del ciclismo, a parte qualche rarissima uscita domenicale, da cui sono sempre rientrato con molti dolori e poca voglia di ritornare in sella. Sono attirato da questa esperienza, ma come potrei mai pensare di pedalare per un giorno intero o più, non sento di avere forza come gli altri e sono certo che mi stancherei subito. Il mondo del bikepacking non fa per me ma mi attira.

Evelyn

Pedalo molto spesso, partecipo alle pedalate ecologiche in compagnia e compio il tragitto casa lavoro. La bici mi piace, ma non l’ho mai intesa come sport e come idea di viaggio. Ho paura di perdermi, del traffico, di non saper cosa portare con me, di rompere la bici e di non riuscire a fare più di poche decine di km al giorno. Il mondo del bikepacking non fa per me ma mi attira.

Pietro

Sono uno sportivo, faccio lunghe sessioni di allenamento in bici e partecipo a gare, non ho difficoltà ad affrontare salite impegnative e discese tecniche. Sogno una esperienza bikepacking impegnativa, in alta quota. Non so però come affrontare più giorni in sella, ho paura di non farcela, che il mio allenamento non sia abbastanza e di trovarmi senza forze già al secondo giorno. Il mondo del bikepacking non fa per me ma mi attira.

In quale persona vi sentite maggiormente allineati? E chi di loro potrà affrontare al meglio il suo viaggio-avventura?

I nostri tre amici hanno un elemento in comune. Sentono un limite che li dissuade dal procedere nella loro avventura, un limite che identificano nel loro allenamento fisico.

Come possono superare questo limite? 

Identificare il limite

Essersi posti la domanda e aver identificato il limite è in realtà un aiuto. È un’informazione che ci rende consapevoli.

La giusta preparazione e il corretto approccio possono portarci oltre quel limite, senza provocare alcun danno. 

Il limite non va sottovalutato, ma neanche temuto.

Avvicinarci al limite

Il limite va superato nel momento in cui serve farlo, non prima. 

Per il nostro Agostino, per esempio, potrebbe essere una buona idea iniziare ad imparare a rimanere in sella in maniera corretta, a pedalare in maniera efficiente, a gestire lo sforzo. Potrà pensare ad un percorso di avvicinamento alla bici da iniziare prima di partire, in cui salirà in sella per pochi minuti al giorno aumentando sempre più il tempo, aggiustando la posizione della sella, dopo averne trovata una adatta a lui, adattando la posizione dei pedali alla sua corporatura, imparando a gestire l’idratazione e la nutrizione. Il suo itinerario di viaggio prevederà un chilometraggio adeguato e pianeggiante, ma non per questo meno interessante. Per esempio, potrà pianificare di fare 50 km al giorno se durante i due mesi è arrivato a fare in un giorno almeno 30-35 km.

La pianificazione del suo percorso di allenamento per il bikepacking non dovrà mai metterlo sotto sforzo, ma solo prepararlo gradualmente, lasciando le energie giuste per affrontare il viaggio e l’intera giornata in sella.

Stimoli

La paura è un meccanismo di difesa che spesso diventa un limite, comprenderla attraverso l’informazione ci permette di attraversarla e scioglierla.

È il caso di Evelyn che potrà, oltre che curare l’allenamento con un percorso similare a quello di Agostino, partendo da un livello differente, fare dei semplici corsi di meccanica della bici, imparare a pianificare il viaggio evitando le strade più trafficate facendosi aiutare da esperti o informandosi in rete, provando a giocare con il tragitto casa-lavoro, inventandosi ogni giorno qualcosa di più stimolante e alternativo.

L’obbiettivo per lei sarà quello di prendere coscienza del fatto che non necessariamente dovrà trovarsi in situazioni di pericolo, che questi potrebbero essere casi limitati e che troverà sempre le risorse utili ad affrontare eventuali difficoltà.

Ascolto del proprio corpo

I nostri pensieri inconsci e le nostre convinzioni spesso generano un falso senso del limite.

Pietro ha già sufficiente esperienza con la bici e pensa di conoscere bene i suoi limiti. L’approccio agonistico e sportivo alla bici però, crea in lui l’idea limitante di non aver un adeguato allenamento. Per lui l’approccio sarà quello che lo aiuterà a trovare il compromesso tra passo e velocità, provando ad allenarsi con delle uscite della giusta complessità, spingendosi vicino al limite di resistenza, prendendo confidenza con il suo corpo e la sua mente, adattando le sue capacità ad un ritmo più lento rispetto a quello della gara, imparando a gestire le pause e la nutrizione.

Il suo percorso, non sarà di allenamento per aumentare puramente le prestazioni, ma di adattamento ad uno sforzo diverso.

Pensiero Costruttivo

Immaginare un obiettivo e crearlo correttamente nella nostra mente e nei nostri pensieri ci promuove al suo raggiungimento.

Gli approcci fin qui descritti sono solo degli esempi di fantasia, servono a farci intuire come e quanto è possibile modificare il nostro pensiero, indirizzandolo verso il raggiungimento di un risultato anzichè verso un limite che non sentiamo di poter scavalcare.

E se non dovessimo riuscirci?

Poco male, la nostra sarà stata una gran esperienza che ci avrà insegnato qualcosina in più sulla bici, sull’allenamento e, soprattutto, su noi stessi.

Ma quindi…

In quale persona vi sentite maggiormente allineati? E chi di loro potrà affrontare al meglio il suo viaggio-avventura?