Introduzione al Bikepacking
Porcia, 29 Luglio 2020
Se dovessimo guardare alla classifica dei mercati che meglio han saputo rispondere alla crisi post lockdown causato dal Covid-19, probabilmente il settore della mobilità in bicicletta si pone ai primi posti.
City bike, mountain bike, E-Bike e monopattini, spinti anche dalle promesse di incentivi del governo, stanno trovando posto in tantissime famiglie italiane.
Sulla scia di questo momento storico, si sta anche riscoprendo il viaggio su due ruote, il famoso cicloturismo, che oggi diventa il fenomeno del Bikepacking.
La storia del Bikepacking non nasce certo in questo millennio, infatti da quando esistono le due ruote, esistono anche persone che hanno viaggiato in lungo e in largo nel mondo con questi mezzi.
Le mie esperienze con i viaggi-avventura sono iniziate con le due ruote a motore, cioè quando ho iniziato ad esplorare l’Italia con le moto e ad appassionarmi al tema attraverso le letture dei viaggi di Jupiter (Ted Simon), uno dei primi a compiere il giro del mondo in moto negli anni ’70 e che sia riuscito a lasciare un segno, appassionando tanti futuri viaggiatori grazie ai suoi libri.
La dimensione della moto ha lasciato poi posto a quella della bicicletta (muscolare), un modo di viaggiare più lento e più profondo, ma non meno introspettivo o appassionante, direi diverso.
Dalla prima esperienza come partecipante all’evento organizzato dagli amici della Capodivento (FVG Experience) a quelle successive in solitaria o in coppia, ho vissuto momenti belli e momenti difficili che, nel complesso, mi hanno fatto appassionare intensamente a questa tipologia di “vacanza”, tanto da iniziare a pianificare per il futuro diversi progetti che avranno proprio a che fare con questa passione e si porranno come obiettivo la volontà di far abbracciare a quante più persone possibile l’idea della mobilità a due ruote, sia per il tragitto casa lavoro che per la vacanza estiva o il weekend fuori porta.
Nell’attesa che questi progetti vadano a compimento, vorrei iniziare una serie di articoli, basati unicamente sulla mia esperienza,con degli spunti utili a chi vorrebbe iniziare ad approcciarsi a questo mondo.
Partiamo proprio da Lei, la Bici.
Ogni bicicletta è adatta al cicloturismo. E con questa frase potrei esaurire l’articolo, se non che potrei alimentare il pensiero che con una Graziella si possa andare tranquillamente in alta montagna. In realtà qualcuno lo ha fatto, ma solo per gioco!
Di base il concetto è che il Bikepacking è una dimensione estremamente personale, molto più rispetto ad altre discipline legate alla bicicletta (Cross Country, Enduro, Downhill, strada per fare alcuni esempi), pertanto può essere affrontata con mezzi anche di recupero, con l’unica accortezza di aver ben presente quali sono i limiti del mezzo che usiamo e, soprattutto, i nostri limiti.
Quello che ritengo importante è lo spirito di adattamento con cui andremo ad affrontare il viaggio, sapendo che la prima regola fondamentale è proprio il saper rallentare i tempi, i ritmi, lasciare a casa la fretta, sapersi coniugare con il viaggio, che deve essere misurato alle proprie capacità, competenze, preparazione fisica, volontà.
Faccio un esempio: se non ho mai affrontato una salita e sogno di fare un viaggio in sentieri di montagna, difficilmente potrò pensare di affrontare delle salite a pieno carico con poche settimane di preparazione, nonostante l’acquisto della MTB più leggera e performante.
Potrò altresì organizzare un viaggio che gradualmente mi avvicini alla montagna, lasciandomi il tempo di scoprire cosa significa la fatica e contestualmente allenare corpo e mente a queste difficoltà.
Una buona tecnica per capire dove si trova il nostro attuale limite è quello di prendere la bici e prendersi una giornata intera per pedalare nei dintorni di casa, possibilmente in un percorso che possa iniziare ad assomigliare a quello che vorremmo affrontare. Sceglieremo un percorso di assoluta sicurezza, con copertura di rete cellulare, avviseremo qualche amico o parente, in modo tale che anche se dovessimo aver scelto qualcosa di non consono, avremo un ritorno a casa assicurato.
Sarà importante spingersi oltre il primo dolore, le prime difficoltà, il primo pensiero che nella nostra testa ci dice “BASTA”, ma sarà ancora più importante fermarsi al terzo o quarto pensiero. Una buona regola è farlo molto prima del punto in cui non si è più in grado di risalire in sella.
Questo ci permetterà di adattare il nostro viaggio al nostro attuale potenziale, aprendoci la porta ad una esperienza positiva e promuovente, un’esperienza che, anche se appena conclusa, già ci farà fantasticare sulla prossima.
In tutto questo, è evidente che non è importante avere la miglior bicicletta da Bikepacking, ma è necessario avere una bicicletta in ordine con la manutenzione ed efficiente, sarà poi con l’uso che capiremo meglio quale bicicletta meglio si adatta al nostro modo di viaggiare.
Se voglio affrontare l’acquisto della prima bici, sceglierò una bici polivalente, adatta un po’ a tutto, magari di fascia entry level, sapendo che appena le mie esigenze si manifesteranno chiaramente, sentirò sicuramente la necessità di cambiarla.
Non esiste quindi, la miglior bici da viaggio, esiste la miglior consapevolezza di quale bici è adatta a noi.